martedì 1 settembre 2009

LA GESTIONE IN FALCONERIA

La Falconiera è il luogo dove il rapace passa gran parte della sua vita ; volendo paragonare la Falconiera a un oggetto di uso comune o a un qualcosa che può risultarci più familiare possiamo paragonarla alla voliera per i volatili esotici . I problemi maggiori che si manifestano nella cura di un rapace da falconeria sono dovuti a una non corretta gestione durante le fasi di riposo fra una sessione di volo e un’altra , volendo semplificare il concetto , il falco si ammala molto di più per una mancata o scarsa igiene del luogo di “ riposo “ che per una gestione non esemplare delle sue performance di volo ; quanto detto può risultare abbastanza ovvio ma non è così , i falconieri di tutto il mondo temono molto di più le fasi di riposo dalle attività di volo ( muta al blocco , convalescenze per malattie ) che una erronea o non perfetta esecuzione di voli dimostrativi o finalizzati a attività venatoria ; a volte ci troviamo di fronte a situazioni di degrado delle Falconiere con feci che residuano per giorni e acqua delle vaschette non sostituita almeno quotidianamente , i posatoi dove specialmente i falconi vengono legati sono spesso costruiti con materiale non adatto che non rispetta l’anatomia della zampa e crea delle zone di compressione con conseguente ischemia e formazione di pododermatite .
Cosa bisogna fare per evitare che un rapace si ammali in conseguenza di una non corretta gestione dei luoghi adibiti al suo ricovero :
1. costruire le Falconiere in una posizione che permetta di avere ombra e non eccessiva ventilazione ;
2. utilizzare materiale non tossico evitando di creare situazioni che possano danneggiare il rapace quando non ci siamo ( chiodi che sporgono , vernici che si staccano ecc…. ) ;
3. asportare le feci quotidianamente soprattutto in estate , lavare e risciacquare i materiali di rivestimento dei blocchi ( astroturf ) con candeggina risciacquando poi perfettamente ;
4. sostituire l’acqua della vaschetta per il bagno anche due volte al giorno ;
5. non lasciare MAI residui di cibo in putrefazione ;
6. isolare i rapaci dall’esterno non rendendo accessibili le Falconiere da predatori notturni ( volpi , gatti , cani , faine ecc…. )

venerdì 21 agosto 2009

UN CASO DI BUMBLEFOOT (PODODERMATITE) , IN UN GIOVANE SOGGETTO DI GUFO REALE ( BUBO BUBO )

Il nostro giovane Gufo reale maschio di un anno da noi allevato e perfettamente imprintato sulla figura umana , è stato affetto da una grave forma di pododermatite bilaterale , in gergo meglio conosciuta con il termine di “ Bumblefoot “ ;
le iniziali manifestazioni patologiche sono state un lieve calo dell’appetito e una quasi impercettibile riluttanza al movimento che ,considerata l’ indole particolarmente tranquilla del soggetto non ci ha destato immediate preoccupazioni .
Con il passare dei giorni l’assunzione di cibo si è fatta sempre meno consistente , ed è sfociata dopo cinque giorni dal primo lieve calo, in una anoressia completa , e , solo in questa fase il soggetto ha iniziato a tenere sollevata una zampa facendo forza sulla controlaterale , che poi a distanza di poche ore si è rivelata anch’essa incapace di sostenere il peso del corpo.
Ad un esame clinico da me effettuato l’animale presentava un rigonfiamento della porzione ventrale di entrambe le zampe , e alla palpazione era chiaramente rilevabile un contenuto liquido pastoso con la presenza di materiale consistente fibrinoso ; immediatamente abbiamo instaurato una terapia di sostegno , effettuando alimentazione forzata , una terapia antibiotica con Marbofloxacina per os , svuotamento manuale dell’ascesso tramite incisione della parte, e spremitura del materiale all’esterno. Le cure mediche e la somministrazione di antibiotico per os si sono protratte per un tempo complessivo di venti giorni , mentre la zoppia e l’impossibilità di deambulare correttamente si sono protratte per circa due settimane ,e l’assunzione di cibo è ripresa correttamente dopo una settimana di terapia ; a distanza di un mese il soggetto ha ripreso la sua normale attività , e ora si trova in una situazione di eccellente forma fisica , senza alcuna problema permanente collegato alla pododermatite.
La diagnosi di “ bumblefoot “ bilaterale è apparsa l’unica spiegazione che potesse giustificare il disagio fisico descritto , e vista la particolare eccezionalità del caso , abbiamo cercato di capirne le cause scatenanti ; ad un attento esame delle condizioni ambientali nelle quali il soggetto si trovava a vivere , non sono emerse delle particolari situazioni avverse , in quanto sia il materiale di costruzione della gabbia che i posatoi e le strutture di “ arredamento “ erano formate di materiale non in grado di provocare traumi o escoriazioni ; un ulteriore osservazione delle abitudini del soggetto ci ha in seguito permesso di rilevare quelle che , con molta probabilità sono state le cause scatenanti la patologia in questione : il notturno era solito sostare su un posatoio di legno , a sezione cilindrica che permetteva lui di aggrapparsi con sicurezza e , di riposare per lunghi periodi con le dita della zampa che si serravano bene attorno al posatoio , ma tale forza impressa al posatoio e la stabilità che ne derivava, provocava delle zone di estrema pressione nella parte ventrale della zampa , con conseguenti problemi circolatori . In conclusione il problema è stato scatenato da una eccessiva e mal distribuita pressione a livello di alcune zone delle zampe , con conseguente necrosi ischemica e sviluppo di edema e infiammazione ; per ovviare al problema , e per evitare recidive il soggetto ora dispone di un posatoio a superficie piana , non più a sezione cilindrica , per mezzo del quale gli arti inferiori in situazioni di riposo hanno una distribuzione della pressione uniforme nella parte ventrale , evitando eccessivi fenomeni di compressione .
Le modifiche che sono state apportate alla struttura della gabbia ci ha permesso di osservare quanto importante sia la cura dei posatoi per tutti i rapaci , e non solo per quelli che classicamente sono a rischio di “ bumblefoot “ , in particolare i notturni che passano gran parte della giornata appollaiati in punto della gabbia , hanno bisogno di particolari attenzioni per evitare spiacevoli inconvenienti.